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Il rapporto di lavoro parasubordinato può essere definito come una forma contrattuale intermedia tra il lavoro autonomo e lavoro subordinato.

Il lavoro parasubordinato prevede la presenza di un collaboratore che presta l’attività lavorativa continuativa e senza vincolo in cambio di una retribuzione alle dipendenze del datore di lavoro.

Il lavoratore inserito in modo continuativo all’interno dell’azienda, non può decidere autonomamente quali sono gli obiettivi da raggiungere ma deve attenersi alle decisioni e ai risultati fissati dal datore di lavoro.

Ciò che conta, principalmente, è il raggiungimento degli obiettivi dettati dall’azienda nei termini prefissati.

Il contratto di lavoro parasubordinato

Il contratto di lavoro parasubordinato, che, si configura come una formula ibrida, riprende dal contratto autonomo la mancanza di vincoli di subordinazione nei confronti del datore di lavoro come l’orario e il luogo dello svolgimento dell’attività e conserva dal contratto di subordinazione la continuità nel tempo e la coordinazione con l’organizzazione aziendale beneficiando delle tutele e delle prestazioni proprie dei lavoratori subordinati.

Caratteristiche dell’attività lavorativa parasubordinata

Possiamo dedurre quali sono le caratteristiche principali di un contratto parasubordinato riassumendole in:

  • mancanza di vincoli di subordinazione;
  • autonomia del lavoratore per quanto riguarda gli orari e il luogo dell’attività lavorativa;
  • obiettivi e direttive fissati dai vertici aziendali;
  • assenza rischio d’impresa;
  • continuità del rapporto di lavoro nel tempo;
  • retribuzione stabilita e a cadenza periodica;
  • mezzi per lo svolgimento dell’attività lavorativa messi a disposizione dal datore di lavoro;
  • il lavoratore è tenuto ad iscriversi alla gestione separata Inps, per il versamento dei contributi: un terzo a suo carico e la restante parte a carico dell’azienda.

Tipologie di contratto

Le tipologie di contratto parasubordinato sono 3:

  • collaborazione a progetto (co.co.pro.);
  • collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co);
  • collaborazione occasionale.

Storia ed evoluzione del contratto di lavoro parasubordinato

La difficoltà del mercato del lavoro e l’aumento della disoccupazione ha portato a prendere misure flessibili che favorivano l’occupazione. Con gli anni, il contratto parasubordinato ha subito molte modifiche.

Con la riforma Biagi, Decreto legislativo 10 settembre 2003 n. 276 poi modificato dal Decreto legislativo n. 251 del 2004 nasce il contratto a progetto in cui si realizza la collaborazione coordinata e continuativa.

Successivamente la legge Fornero ha modificato evitandone l’utilizzo improprio ed infine con il Jobs Act non è possibile attivare più nuovi contratti a progetto (co.co.pro) e quelli già esistenti vengono trasformati in un altro rapporto di lavoro.

Negli anni le aziende hanno fatto un uso massiccio di tali contratti, utilizzati per evitare di rispettare la tutela prevista nel contratto subordinato ossia meno garanzie per il lavoratore e un importante risparmio di costi della forza lavoro da parte del datore di lavoro.

Per questo motivo, dal 1 gennaio 2016 i rapporti di collaborazione personali che si configurano come prestazioni di lavoro continuative ed in collaborazione e dirette dal datore di lavoro, anche per l’orario e il luogo della prestazione lavorativa vengono applicate le norme del lavoro subordinato.

A seguito di questa norma, abbiamo assistito ad una diminuzione delle collaborazioni di tipo coordinato e continuativo.

Lavoro subordinato e parasubordinato: le differenze oggi

Ad oggi, la differenza tra il lavoro subordinato e quello parasubordinato è nell’organizzazione dell’attività lavorativa che nel primo caso spetta all’azienda, mentre nel secondo spetta al collaboratore in accordo con l’attività complessiva dell’azienda.

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