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Sono sempre più frequenti le richieste di aziende e imprenditori che vorrebbero capire come assumere un dipendente per un giorno o comunque per un periodo molto limitato per soddisfare molteplici esigenze.

Ci sono settori lavorativi per i quali esistono periodi di particolare intensità (il turismo su tutti) o settori la cui attività non è sempre omogenea (come l’edilizia o tutti quegli ambiti in cui si lavora per appalti o progetti); per queste realtà è quindi tipico avere necessità di personale per periodi limitati o estemporanee.

Riprendendo l’esempio delle attività turistiche, nel periodo estivo in particolare è comune sorgano esigenze aventi durate anche molto brevi. E’ prassi, infatti, che vengano ricercati professionisti (qualificati o alle prime esperienze) per colmare esigenze anche per singole giornate o serate (dal personale di sala a quello di cucina o bar), senza dunque coinvolgere locali e strutture in rapporti contrattuali inutilmente impegnativi.

Come assumere un dipendente per un giorno? Con il contratto intermittente

E’ possibile assumere un dipendente per un periodo così limitato di tempo? Assolutamente sì!

Lo strumento ideale per renderlo effettivo è il contratto di lavoro intermittente (ovvero a chiamata, oggi anche detto job on call), mediante il quale un lavoratore si pone a disposizione di un datore per lo svolgimento di una prestazione di lavoro, appunto, “su chiamata”.

I presupposti sui quali deve basarsi l’adozione di questo strumento sono due:

  • Oggettivo: deve essere previsto nel contratto collettivo, anche aziendale, applicato dal datore di lavoro. In mancanza, i casi di utilizzo sono individuati con decreto ministeriale;
  • Soggettivo: può essere concluso esclusivamente con soggetti con meno di 24 anni di età, purché le prestazioni siano svolte entro il 25° anno, e con più di 55 anni.

Tutti i datori di lavoro possono ricorrere al contratto di lavoro intermittente, con il solo limite dei divieti posti ex lege, ed è possibile con lavoratori già occupati, anche a tempo pieno, purché siano rispettati i limiti imposti dal D.lgs. 66/03 in merito al riposo settimanale obbligatorio.

Domanda che spesso ci viene posta dai lavoratori a tal proposito: si possono avere due o più contratti di lavoro? Come abbiamo già risposto su queste pagine uno stesso lavoratore può siglare più contratti, purché gli impegni assunti contrattualmente non siano tra di loro incompatibili.

Tornando al contratto di lavoro intermittente, questo è ammesso, per ciascun lavoratore con il medesimo datore di lavoro, per un periodo complessivamente non superiore alle 400 giornate di effettivo lavoro nell’arco di tre anni solari.

In caso di superamento del predetto periodo il relativo rapporto si trasforma in un rapporto di lavoro a tempo pieno e indeterminato. Tale contingentamento non si applica ai settori del turismo, dei pubblici esercizi e dello spettacolo.

Non sempre il contratto intermittente è utilizzabile

Non è possibile ricorrere al lavoro a chiamata nei seguenti casi:

  • Per sostituire lavoratori che esercitano il diritto di sciopero;
  • Per svolgere le stesse mansioni di lavoratori che nei sei mesi precedenti siano stati oggetto di licenziamenti collettivi, di sospensione o di riduzione di orario;
  • Per le aziende che non sono in regola con la normativa in materia di sicurezza sul lavoro.

Il contratto intermittente dunque permette alle attività di avvalersi di prestazioni di lavoratori solo quando ne hanno un effettivo bisogno, pattuendo anticipatamente le ore che dovrà coprire e la retribuzione (ad essi deve essere riconosciuto il medesimo trattamento normativo, economico e previdenziale riconosciuto ai colleghi di pari livello, ovviamente ridotto in proporzione al minore impiego della risorsa).

Come assumere un dipendente per un giorno con il contratto a chiamata

Il contratto di lavoro deve necessariamente precisare:

  • Le esigenze che giustificano il ricorso al lavoro a chiamata;
  • La durata del contratto (che può essere stipulato a tempo determinato o indeterminato);
  • L’indicazione dei tempi e delle modalità con cui il datore può richiedere la prestazione;
  • Il luogo di svolgimento del lavoro;
  • I tempi e le modalità di corresponsione della retribuzione;
  • Le eventuali misure di sicurezza specifiche per l’attività dedotta in contratto.

Tali indicazioni, che vanno precisate secondo le disposizioni dei contratti collettivi, sono richieste al solo fine probatorio.

Al lavoratore intermittente deve essere garantito, a parità di mansioni svolte, il medesimo trattamento normativo, economico e previdenziale riconosciuto ai colleghi di pari livello.

Il trattamento deve ovviamente essere ridotto in proporzione al minore impiego del lavoratore, specie con riferimento alla retribuzione (c.d. principio del pro rata temporis). Sono proporzionalmente ridotti anche i trattamenti per malattia, infortunio, maternità e congedi parentali.

Il lavoratore che, per malattia o altra causa, si trovi nell’impossibilità di rispondere alla chiamata deve informare tempestivamente il datore di lavoro.

Il ruolo delle Agenzie per il Lavoro

Per poter usufruire correttamente di questa tipologia di contratti il datore di lavoro deve poi effettuare una comunicazione amministrativa in modalità telematica (comunicazione obbligatoria intermittenti) e sotto questo aspetto può essere prezioso avvalersi di un’Agenzia per il Lavoro, in quanto quotidianamente abituate a gestire queste formule, così da poter cedere quest’onere burocratico ed evitare dispendio di tempo e di errori.

Inoltre affidandosi ad un’APL, il datore di lavoro si sgraverebbe dai compiti amministrativi nei confronti degli intermittenti e si occuperebbe unicamente del lato operativo e produttivo delle figure professionali impiegate.

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